venerdì 7 gennaio 2011

Diceva Eleanor Roosevelt…



“Fate ciò che ritenete giusto nel profondo del vostro cuore, tanto sarete comunque criticati. Sarete maledetti se lo fate, e maledetti se non lo fate.”
A quanti di voi è capitato d’agire in un certo modo, sacrificando sé stessi e le proprie preferenze, al fine d’accontentare qualcun altro e ritrovarsi, in fine, ad aver rinunciato a qualcosa e ad essere sommerso da un mare di critiche? Avete rinunciato a ciò che volevate fare, scegliendo quel che, a vostro parere, avrebbe fatto piacere agli altri e, al sacrificio della rinuncia, si è aggiunto il fastidio della critica. Quello che recita la frase d’apertura, “Fate ciò che ritenete giusto fare nel profondo del vostro cuore, tanto sarete comunque criticati”, è quel che accade ogni giorno. Spesso, però, agiamo non tanto nel tentativo di compiacere l’altro o di assecondarlo ma nel desiderio di non apparire egoisti o ingordi. Ci hanno insegnato che l’egoismo è “male”, è sbagliato. Davvero trovate qualcosa di sbagliato nel fare ciò che sentite giusto nel profondo del vostro cuore? O ritenete, piuttosto che sia corretto seguire quel che viene dal vostro centro più profondo? Le critiche, come scrive Eleanor Roosevelt, vi giungeranno comunque. Sì, perché agendo nei confronti di un altro nel modo in cui voi ritenete giusto, sicuramente sbagliate. Questo accade perché anche l’altro, nel profondo del suo cuore, sa cos’è giusto per lui e lo sa certamente meglio di voi. E’ quasi impossibile per voi riuscire a comprendere in pieno un’esigenza annidata nell’intimo di qualcun altro e dare a essa soddisfazione. Siate egoisti. Rivedete il significato che avete dato a questo termine. Toglietelo dall’elenco degli atteggiamenti negativi, delle azioni da evitare e riprendetevi i vostri spazi: “Sarete maledetti se lo fate, e maledetti se non lo fate.”
Fate attenzione a questo tipo d’atteggiamento e, ogni volta che state per rifarlo, provate a chiedervi che cosa ricaverete da questa vostra rinuncia. “Qual è il vantaggio che avrò soffocando l’istinto che sento nel cuore per favorire, con le mie azioni, qualcun altro?”
“Perché rinuncio a me a favore di qualcun altro?”
Non vi dico di essere avidi o accentratori e volere tutto per voi e solo per voi ma vi esorto a stare all’erta e a compiere azioni che non mettano in secondo piano voi al fine di favorire qualcun altro e ricavarne un riconoscimento. L’elogio non arriverà! Nella maggior parte dei casi arriveranno le critiche. Così avrete la sofferenza della rinuncia e quella delle critiche e, tutto questo, è estremamente “MALSANO”!
Vi saluto e vi abbraccio.
"Perché tutto accade, adesso".
Luca

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