
Costatavo nei giorni scorsi come le cosiddette “giuste azioni”, spesso, divergano da quel che siamo portati a fare spinti dall’emotività. Qualunque esperto d’intelligenza finanziaria consiglierebbe di non comprare mai la casa in cui vivere. Maestri dell’intelligenza finanziaria come Robert Kiyosaki o Harv Heker, divenuti ricchissimi grazie al loro modo di pensare, sostengono che la casa di proprietà sia “un debito”. Ovviamente motivano questa loro affermazione e guidano i loro interlocutori alla comprensione del perché, la nostra tanto amata casa di proprietà, sia uno svantaggio anziché un vantaggio. In sintesi, sostengono che avendo una casa di proprietà si devo sostenere delle spese per mantenerla e tenerla in ordine ed il denaro investito nell’acquisto non generi nessun guadagno. Se, ad esempio, spendiamo cinquecento mila euro per acquistare un’abitazione per noi, avremo sicuramente una bella casa ma anche un “generatore di spese”. Se, la stessa cifra, la utilizzassimo per comprare tre monolocali che poi affitteremo, avremo generato una forte entrata di denaro. Una parte di questo denaro servirà per pagare l’affitto dell’abitazione in cui viviamo. Il rimanente costituirà una fonte di reddito continuativo che entrerà nelle nostre tasche ogni mese: in automatico. Il ragionamento non fa una piega. Non c’è emotività in esso. Ci sono soltanto numeri e se volete essere obbiettivi e rifare questi conti, vi accorgerete che tutto ciò è reale, è matematico. Allora perché, anche coloro che di numeri se ne intendono, come commercialisti o contabili in genere, procedono con l’acquisto di un’abitazione anziché restare in affitto? E’ molto semplice, c’è, in tutto ciò, una richiesta di sicurezza! “La compro perché così nessuno mi manda via!”
Non è vero, prova a non pagare le rate del mutuo e vedi cosa succede. Vedi se è ancora vero che nessuno “ti può mandare via”. La casa rappresenta la sicurezza, il nido, il luogo in cui possiamo rifugiarci: incarna il nostro bisogno di protezione. Nell’immaginario inconscio rappresenta il grembo materno. Per questo tutti la vogliono “calda e accogliente”. Cerchiamo nella casa le certezze che non riusciamo a trovare in noi. Vogliamo un luogo dal quale nessuno ci possa cacciare. Anche da una casa in affitto, scelta con attenzione, nessuno ci manderà via. Ci fa paura dover pagare l’affitto tutti i mesi: ci fa paura perché non crediamo in noi e nelle nostre risorse. Se ci fidassimo un po’ più di noi non avremmo difficoltà a pensare che, lavorando, ovvero, mettendo a frutto le nostre capacità, avremo la giusta retribuzione e potremo pagare l’affitto e vivere serenamente. Così, a causa della nostra insicurezza, nel dubbio di non riuscire a pagare l’affitto, ci addossiamo tra i trenta e i quarant’anni di mutuo. Si amici, trenta/quarant’anni di mutuo, dicendoci che, così, la rata è più bassa. Pensate davvero che la banca non voglia i soldi tutti i mesi come il padrone di casa a cui dovete l’affitto? Oppure, pur pensando di non essere in grado di pagare l’affitto, pensate di corrispondere con maggior serenità le rate di un mutuo? Qual è la differenza? Pensate che, se non avrete i soldi per saldare la rata del mutuo, la banca sarà più comprensiva del padrone di casa al quale non riuscite a pagare l’affitto? Bene, ho volutamente dipinto un quadro un po’ “nero”! Non l’ho fatto per dissuadervi dal comprare casa: lungi da me spingervi in tal senso! Intendevo mostrarvi come l’emotività ci spinga a cercare la sicurezza e la tranquillità convincendoci di averla trovata in luoghi o situazioni peggiori di quelli dai quali stavamo scappando. Per paura di non riuscire a pagare l’affitto c’impegnamo a pagare un mutuo per quarant’anni. Non vi sembra che ci sia qualcosa che non va? Provate a riflettere e vi accorgerete che a vincere non è stato il buon senso e nemmeno la matematica ma l’emotività.
Vi saluto e vi abbraccio.
"Perché tutto accade, adesso".
Luca
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