mercoledì 22 dicembre 2010

"Il mondo che vorrei" 22 Dicembre 2010


Spesso, troppo spesso, capita che persone a noi care ci regalino tanti, troppi, buoni motivi per non raggiungere i nostri risultati. Cattiveria? Invidia? Nulla di tutto ciò. Però… dietro questo però c’è tutto il mio disappunto nei confronti di chi, totalmente inconsapevole, ci sega le gambe nel tentativo di sentirsi migliore. Vi porto un esempio pratico. A me è capitato monte volte di mettermi a dieta. Conosco i risultati che ogni dieta può dare, gli sforzi che comporta, cosa accade durante e cosa succede dopo! Non ho mai sorprese, agisco consapevole dell’intero processo. Durante la dieta, mi capita d’incontrare amici, oppure, persone che non conoscevo prima con le quali vado al bar o al ristorante. Se m’invitano a bere e a mangiare qualcosa al quale io dico “no, grazie”, il passo successivo è la seguente domanda: “come mai? Non ti piace?”
Risposta: “No, sono a dieta!”
Lì parte “il polpettone”. Mi sento dire: “Non devi fare diete perché, la sorella del mio portinaio, al termine della dieta, è ingrassata più di prima”, e ancora, “ poi mi hanno detto che ti può venire la depressione”, e, a quel punto, casualmente, la mia mano finisce in tasca a toccare ferro, “poi, mi ha detto la sorella del ragazzo di mia cugina, che gli si erano abbassati troppo i valori del ferro, la cugina dello suocero del mio amico, mi hanno detto che una volta è svenuta!”
Mentre sento queste cose guardo la persona che le sta pronunciando e, a volte, mi capita di vedere che è in sovrappeso di 10/15 kg. In poche parole, questo signore, che non ha mai fatto una dieta nella sua vita, sta cercando di istruire me, che ne ho fatto e ne sto facendo, sul perché non devo farle. Lui che non ha esperienza, spiega a me che ho esperienza perché non devo farle! Bene, siamo a posto! Io vi ho portato l’esempio della dieta ma questo è applicabile in centinaia di situazioni della mia e delle vostre vite. Molte persone che sono al nostro fianco, per nascondere la loro pigrizia o la loro paura, cercano di convincerci che noi, che agiamo, siamo QUELLI SBAGLIATI. Una persona che non ha la forza oppure il coraggio per mettersi a dieta, al fine di non sentirsi in colpa, cercherà di far sentire sbagliati noi che abbiamo sia la forza che la determinazione per farlo. Troppe e ancora troppe volte chi ci sta accanto ci demotiva, ci scarica, ci fa sentire sbagliati per far apparire se stesso migliore. Da chi ci sta vicino ci aspettiamo un aiuto, non un azione demotivante. Da una persona alla quale dico “sono a dieta”, mi aspetto dei suggerimenti, delle indicazioni “per farla”, per raggiungere il mio obiettivo non delle motivazioni “per NON farla”. Raggiungere un obiettivo è già, di per sé, un compito difficile e abbiamo bisogno che tutti co sostengano, che ci diano dei buoni motivi per riuscire non delle motivazioni per demordere. Badate amici, chi vi sta di fianco e pronuncia frasi che vi demotivano sta, semplicemente, cercando di nascondervi le sue paure e le sue debolezze. “Ribaltate la frittata”, invece di farvi tirare giù da lui/lei, provate voi a trascinarla. Può darsi che vi riesca, può darsi che non vi riesca. Se vi riesce: BRAVI. Se non vi riesce: staccatevi per un po’ da questa persona e raggiungete a testa bassa il vostro obiettivo. Una volta raggiunto lasciate pure che vi dica perché “non ce la farete a raggiungerlo”.
Vi saluto e vi abbraccio. Ci “leggiamo” domani.
"Tutto accade, adesso". Luca

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