venerdì 24 dicembre 2010

"Il mondo che vorrei" 24 Dicembre 2010


La macchina del caffè è il luogo più pericoloso che c’è. La rima è involontaria la considerazione è totalmente volontaria. Mi capita spesso, per lavoro, o mentre scambio due chiacchiere, di ascoltare persone che iniziano il loro discorso così: “L’altro giorno ero con un/a collega alla macchina del caffè e mi ha detto che….”
Devastante! Nel momento in cui il nostro cervello si rilassa e diventa più ricettivo, permettiamo alle nostre orecchie di fare da imbuto e consentire ai malumori altrui di penetrare, prima, e soggiornare, poi, nella nostra testa. Questo farà sì che le lamentele altrui diventino parte anche della nostra vita e ce ne facciamo carico. Il malcontento, che prima era soltanto del collega, ora, è diventato anche nostro e comincia a lavorare in noi. Ci troviamo, in certi pomeriggi, ad essere così arrabbiati, ma così arrabbiati con la nostra azienda o col nostro capo, che se ci chiedessero come mai lo siamo…. Porteremmo quale motivazione tutto ciò che abbiamo raccolto dagli altri. Lì, in quel momento, ci sentiremmo dei perfetti idioti accorgendoci che nessuna delle motivazioni della nostra rabbia ci appartiene: è tutta roba che abbiamo raccolto per strada che ha sedimentato in noi e ci ha fomentato portandoci a una errata percezione della reale situazione. Ecco perché la macchina del caffè è il luogo più pericoloso che c’è. E’ il santuari degli scontenti e i pessimisti. Lì cercano alleati da tirare con sé verso il basso: nel loro grigio pessimismo. State lontani dalla macchina del caffè, state lontani dai “gufi” che cercano di tirarvi nella loro notte. Se volete un caffè andate al bar. Se non potete andare al bar osservate quando alla macchina del caffè non c’è nessuno e cogliete il momento. Evitate che un momento di svago si trasformi in un mattoncino di malcontento da porre sul muro che vi dividerà dalla realtà trattenendovi in un inferno che vi siete costruiti con le vostre mani raccogliendo “schifezze altrui”. Se proprio sentite la necessità di condividere spazi e momenti fatelo con i vincenti, fatelo con coloro che vi tirano con loro verso l’alto non verso il basso. Inizialmente, forse, sarà più dura. Seguire un vincente è più difficile, anzi, più impegnativo ma, vi assicuro, che nel vale la pena: Il giorno ha sapore diverso dalla notte, la vittoria un sapore più dolce della sconfitta!
Vi saluto e vi abbraccio. Ci “leggiamo” domani.
"Tutto accade, adesso". Luca

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